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Gruppo Stellantis in crisi

Gruppo Stellantis in crisi

Purtroppo i numeri continuano a calare, tanto da far spaventare operai e il gruppo.
Nel 2023, secondo i dati sindacali, Stellantis ha prodotto in Italia 751 mila veicoli, di cui 521 mila auto e 230 mila veicoli commerciali. Negli ultimi 17 anni, dal 2007 al 2024, la produzione di auto in Italia di Fiat si è ridotta di quasi il 70%, da 911 mila alle 300 mila stimate. Delle 505 mila auto vendute in Italia. I sindacati hanno citato anche la crisi di Volkswagen,in Germania.

I sindacati Fiom, Uilm e Fim hanno convocato per il 18 ottobre uno sciopero nazionale per tutti i lavoratori del settore organizzando una manifestazione a Roma, che si concluderà in piazza del Popolo. Lo sciopero durerà 8 ore e riguarderà l’intero settore. E’ stato indetto in un momento di particolare crisi del gruppo Stellantis: migliaia dei suoi operai sono attualmente in cassa integrazione o lavorano con contratti di solidarietà.

Le richieste dei sindacati – “La situazione è molto grave, servono risposte da Ue, governo, Stellantis e aziende della componentistica”. Hanno evidenziato i sindacati nel corso della conferenza stampa che ha annunciato l’agitazione di otto ore. Nel loro intento, la manifestazione servirà “a difendere l’occupazione e costruire il futuro dell’industria dell’auto”.

La risposta dell’azienda – “Stellantis conferma volontà e impegno nel trovare soluzioni condivise per affrontare le sfide che riguardano il settore automotive, prima fra tutte quella della transizione energetica, che non è più rinviabile e necessita misure ingenti e urgenti per essere portata a compimento”.
Lo afferma l’azienda dopo l’annuncio dello sciopero dell’automotive.  “Accogliamo con favore l’indicazione del ministro Urso – spiega Stellantis – di un fondo europeo per sostenere la transizione, identificando nell’accessibilità dei modelli elettrici il principale freno al decollo di questo mercato. Infatti, la produzione di modelli dipende dalla domanda dei clienti, per i quali l’accessibilità è il primo criterio di acquisto: per avere prodotti accessibili è necessario ridurre i costi di produzione, a partire dall’energia. Senza dimenticare la necessità di una spinta culturale forte, senza tentennamenti. Siamo fiduciosi che la stretta collaborazione con le organizzazioni sindacali e con il governo italiano ci permetterà di trovare soluzioni efficaci e sostenibili per il nostro futuro comune, trasformando questa crisi in opportunità per fare dell’Italia il Paese guida della transizione”.

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Pubblicato da
Simona Galdieri

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