Curiosità

Telefono al volante, pericolo costante

NIENTE TELEFONO ALLA GUIDA

Ormai non sappiamo in che altro modo dirlo. Vediamo sempre più persone usare il telefono mentre si è alla guida sia in città che, ancora più grave, in autostrada. Rischiando di perdere il controllo, anche se per pochi secondi, il veicolo causando gravi incidenti e a volte anche mortali.

In questi giorni mi è capitato di vivere un’esperienza particolare in autostrada. Mentre guidavo, mi sono trovata a seguire un’auto che si trovava sulla corsia di decelerazione, quindi procedeva a bassa velocità. Nonostante ciò, il veicolo continuava a dondolare da sinistra a destra. Ho iniziato a rallentare più del dovuto, pensando che il conducente potesse essere colto da un colpo di sonno, dato che era sera e l’auto rallentava in modo improvviso.
Improvvisamente, però, ho notato una luce bianca proveniente dall’abitacolo. A quel punto, ho deciso di superare l’auto, rendendomi conto della situazione: il conducente stava usando il cellulare ma non per chiamare, ma addirittura per navigare sui social, guardando foto, storie, e altro ancora, davanti al volante.
Quando mi sono affiancata al guidatore per fargli notare la pericolosità del suo comportamento, sono stata addirittura insultata, come se fossi io quella in torto senza magari pensare minimamente che il problema era proprio il guidatore.

Quest’episodio, non vi nascondo, che mi ha sconvolta, ho iniziato a pensare che poteva veramente causare incidenti gravi e andarci di mezzo persone che invece rispettano il codice stradale. Ormai ne vediamo di tutti i colori ma è stata la prima volta che un episodio del genere mi ha segnato tanto da scriverci un articolo.

Ovviamente non è stato l’unico episodio successo, ve ne racconto un’altra – Una mattina, mentre mi avvicinavo a delle strisce pedonali, ho notato un’anziana signora che stava per attraversare la strada. Come spesso accade, nessuno si fermava per lasciarla passare. Così, mi sono fermata con calma per permetterle di attraversare in sicurezza. Dopo pochi secondi, però, ho sentito un urto. Il conducente dell’auto dietro di me, visibilmente dispiaciuto, si è subito scusato, ammettendo che si era distratto con il cellulare. Fortunatamente, la mia macchina non è avanzata abbastanza da colpire l’anziana signora, che, dolcemente, si è persino preoccupata per me. Nonostante lo spavento, il conducente ha pagato i danni, e tutto si è risolto senza gravi conseguenze.

Vediamo, ancora una volta, cosa si rischia…

Aggiornamento del 14 giugno 2024
CELLULARE ALLA GUIDA: NORME ATTUALMENTE VIGENTI

Attualmente l’articolo 173 comma 2 del Codice della Strada dispone che “è vietato al conducente di far uso durante la marcia di apparecchi radiotelefonici, smartphone, computer portatili, notebook, tablet e dispositivi analoghi che comportino anche solo temporaneamente l’allontanamento delle mani dal volante” o di usare cuffie sonore, fatta eccezione per i conducenti dei veicoli delle Forze armate e dei Corpi di polizia. Il secondo periodo dell’art. 173/2 precisa che è comunque consentito l’uso di apparecchi a viva voce o dotati di auricolare purché non richiedono per il loro funzionamento l’uso delle mani.

Sospensione breve patente per chi guida con smartphone

In base al nuovo Codice, chi viene sorpreso al volante con lo smartphone in mano avrà la patente sospesa per una settimana se su questa ci sono almeno 10 punti. Se però i punti sono meno di dieci la sospensione della patente sarà di 15 giorni. I tempi, poi, raddoppiano se l’uso del telefonino causa un incidente, più una multa da 165 a 660 euro. In caso di recidiva nel biennio successivo alla prima infrazione si applica la sanzione accessoria della sospensione della patente da 1 a 3 mesi (art. 173 comma 3-bis CdS).

In conclusione. Non solo si rischia una multa, perdita di punti e/o addirittura sospensione della patente, ma SI RISCHIA LA VITA, tua e di quella che stanno intorno a te.

Quindi cerchiamo tutti di stare più attenti alla guida, i social possiamo tranquillamente vederli in tranquillità a casa.

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Pubblicato da
Simona Galdieri

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